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Un giorno ti svegli, ma ti svegli davvero perché hai colto l'illuminazione: sei speciale. Questa è la tua favola, la favola di un freelance in stile Disney.
Quali sono gli ultimi articoli che avete comprato online? Volete sapere i miei? Ho acquistato delle fodere per coprire gli abiti dalla polvere e delle teche trasparenti. Oggetti che onestamente fino a poco fa non mi sarei nemmeno sognato di acquistare online, semplicemente mi sarei fatto un giro in negozio e li avrei acquistati.
Eppure ora mi ritrovo ad acquistarli online non solo per un fattore di risparmio economico ma anche di tempo. In pochi click dal mio computer (al quale sono attaccato per 15 ore al giorno) posso acquistare comodamente un prodotto e vedermelo spedito a casa senza alcuna spesa.
Volete mettere la differenza? sarei dovuto uscire, prendere la macchina e dopo aver superato il traffico cittadino (per fortuna a Trento ce n'è poco) lanciarmi alla ricerca perdendo ad essere ottimisti un'ora del mio tempo.
Ecco appunto.... tempo! La formula magica dell'e-commerce è proprio quella di farci risparmiare denaro e tempo (che poi rappresenta altro denaro no??). E più ce ne fa risparmiare meglio è!
Ma volete sapere la parte migliore? Forse di quelle fodere non ne avrei sentito poi così tanto la mancanza se non fosse stato per un ADV targetizzata che mi ha ricordato la loro utilità!
Et Voilà, tempo 5 minuti sono passato dal lasciare incosapevolmente i miei abiti in preda alla polvere selvaggia, all' aver trovato una soluzione a questo angustioso problema, semplicemente cliccando sul tasto ordina ora! Spaventoso.....
Questo paradigma è perfettamente allineato con le statistiche sul mondo dell'e-commerce e i trend che emergono in questi primi mesi del 2014.
Anche se siamo quasi in periodo pasquale vi faccio una domanda: quanti dei vostri regali natalizi sono stati acquistati online lo scorso dicembre? Probabilmente per molti di voi la percentuale sarà cresciuta rispetto all'anno precedente, dico questo perchè le statistiche parlano chiaro, l'aumento di acquisti online per fare il regalo di natale alla persone a noi più care ha segnato un aumento stimato nel 15% rispetto al 2012!
Il dato che però è più interessante è che nel periodo delle vacanze natalizie, complici non solo le festività ma anche cyber eventi come il black-friday o il cyber-monday le vendite online registrano un boost del 50% rispetto al resto dell'anno!
Che cosa dicono le statistiche sui nuovi trend dell'ecommerce per il 2014?
Innanzitutto il mobile la sta facendo davvero da padrone e attualmente è in netta crescita rispetto al 2012 salendo fino al 29% del traffico globale su siti E-commerce rosicchiando sempre più spazio al traffico proveniente da computer-desktop.
Ma incremento a parte come sono cambiati i numeri attorno al mondo e-commerce nei primi mesi del 2014?
Complice anche la maggiore diffusione dei siti responsive o comunque ottimizzati per il mobile il traffico mobile sugli E-Commerce e soprattutto dei relativi tassi di conversione sta aumentando sempre di più. Anche in questo caso non va sottovalutato che il mercato tablet sta letteralmente soverchiando quello dei notebook e la diffusione di questi dispositivi è in continua crescita.
[caption id="attachment_21793" align="aligncenter" width="800"] Fonte: http://www.custora.com[/caption]
Meno Desktop più tablet e smartphones, sempre maggiore spinta verso la mobilità e gli acquisti online non fanno eccezione in questo.
[caption id="attachment_21794" align="aligncenter" width="800"] fonte: http://www.custora.com[/caption]
Ho trovato molto interessante quanto riportato in quest'articolo riguardo a sorgenti di traffico e tassi di conversione e i vari trends attuali e che trovate riportate nel grafico qui sopra.
In particolare notiamo un aumento sempre maggiore di conversioni proveniente da ADV, CPC e traffico organico, sempre meno da traffico diretto o proveniente da siti affiliati.
Su questo portale è possibile trovare tantissime statistiche rispetto al traffico E-commerce, in particolare riguardo a come stanno cambiando i tassi di conversione a seconda dei vari dispositivi e delle sorgenti di traffico.
E per quanto riguarda il social commerce? Attualmente sta facendo più fatica a decollare ma è anche vero che prima Facebook e poi twitter sembrano intenzionate a spingere nei confronti di una piattaforma integrata all'interno dei social network. Attualmente comunque non va sottovalutata la potenza della social influence nella propensione all'acquisto come sottolineato in quest'articolo di Laura De Vincenzo, i social rappresentano quindi un'ottima fonte di referral traffic su cui vale la pena di investire.
I trend per il 2014 parlano quindi chiaro, sempre più campagne SEO e ADV influiscono attivamente il successo di un sito di E-commerce, la formula è sempre la stessa. Una considerazione a margine, il target mobile è ben differente dal target di utenti che provengono da computer desktop e che solitamente sono caratterizzati principalmente dalla ricerca del prezzo migliore o dello sconto da non perdere. Il cliente mobile è più rapido e più attratto da tecnologia e oggetti smart. Per questo potrebbe essere interessante puntare su una serie di proposte ad hoc solamente indirizzate all'utente mobile che possano solleticare al meglio la sua attenzione e la sua curiosità.
Come dicevo in precedenza rappresentano il vero valore aggiunto, annunci che siano sui social network, nei motori di ricerca o nella rete display contribuiscono ad aumentare a dismisura la visibilità di un brand o di un prodotto. La possibilità di targetizzare fortemente il nostro annuncio e di riproporlo agli indecisi tramite il remarketing rappresentano un potentissimo strumento di persuasione.
In questo modo possiamo offrire ciò che vogliamo a chi lo vuole!
Oltre a quanto detto negli articoli sopracitati un sito di e-commerce nel 2014 non può quindi prescindere nel modo più assoluto dai seguenti punti:
1. Ottimizzazione SEO e campagne di Advertising e Remarketing con Adwords.
2. Ottima User Experience soprattutto da Mobile!
3. La Personalizzazione della Proposta e dell'Offerta (attraverso Email Marketing, i Social Network o il Remarketing).
Ebbene si, a tutti noi piace sentirci importanti, forse unici e alimentare questo bisogno primario individuale attraverso proposte individualizzate ci darà davvero una marcia in più!
E voi cosa ne pensate? vostro sito di E-commerce è pronto a seguire i nuovi trends del 2014?
I Nuovi Trends dell’E-Commerce nel 2014 – Scopriamo le chiavi per il successo! - Webhouse.
Se stai cercando un tool per migliorare velocità e sicurezza di siti web, devi sicuramente provare Cloudflare.
Cloudflare utilizza un sistema di caching e si pone come intermediario fra il visitatore ed il server che ospita il sito.
Le caratteristiche di Cloudflare sono molteplici ed oltre a velocizzare il caricamento del sito, sfruttando la potenza della CDN (Content Delivery Network) e della minimizzazione del codice html, css e javascript, ti permette di proteggere il sito comportandosi da Firewall , impedendo l'accesso ad utenti sospetti e indesiderati.
Tuttavia, l'uso di Cloudflare per migliorare le performance non è sempre consigliato, in quanto la sua vera utilità risulta particolarmente efficace su siti con pubblico a livello internazionale: se hai un sito rivolto ad un pubblico italiano, su server (hosting) italiano, probabilmente Cloudflare non porterà enormi benefici a livello di prestazioni e velocità di caricamento, ma addirittura potrebbe rallentare.
Ti consiglio comunque di provarlo, sopratutto per aumentare la sicurezza del sito.
Vediamo come si configura.
Cloudflare è disponibile gratuitamente, ed ha anche dei pacchetti premium con funzionalità aggiuntive. Per adesso useremo la versione free.
Quindi vai sul sito Cloudflare, e clicca su Sign up now.
Nel primo step, compila il form inserendo i tuoi dati personali (email, nome utente, password) e conferma con Create account now.
Adesso devi inserire il sito web sul quale attivare Cloudflare, e cliccare su Add website.
Cloudflare effettuerà una scansione per recuperare i record DNS del sito. Completato il caricamento, riceverai il messaggio di conferma Scan complete, a questo punto procedi con un click su Continue.
In questo nuovo step, se vuoi, puoi modificare i dati recuperati automaticamente dal sistema e scegliere su quale record attivare o meno Cloudflare.
Attenzione: questa è un'operazione molto delicata: se non conosci queste configurazioni, ti consiglio di farti aiutare da un esperto o di lasciare invariate le impostazioni.
Completate le modifiche, conferma con "I've added all missing records, continue".
Bene, ci siamo quasi! Adesso devi scegliere il piano da attivare. Come già detto sopra, useremo la versione free.
Inoltre puoi personalizzare il piano, scegliendo la configurazione ideale per il tuo sito sia dal punto di vista delle Performance, sia per la Security.
Per ciascuna di queste voci hai varie opzioni disponibili, personalmente uso CDN Full Optimizations per le Performance, e Medium per Security. Con queste impostazioni, funziona davvero bene.
Tutte queste impostazioni potrai cambiarle anche in seguito.
Per completare la configurazione, devi modificare il DNS primario ed il DNS secondario del sito aggiornandoli con quelli forniti da Cloudflare.
Questa modifica devi farla attraverso il pannello di controllo fornito dal tuo hosting provider.
Successivamente conferma con "I've updated my nameservers, continue" e attendi 24/48 ore per la propagazione. Trascorso questo lasso di tempo, Cloudflare sarà attivo.
Per modificare la configurazione, Cloudflare dispone di un pannello di controllo molto ben fatto. Per accedere devi semplicemente fare il login sul sito, e ti ritroverai nell'area Websites.
Da qui puoi aggiungere nuovi siti, o modificare le configurazioni esistenti. Il segno di spunta verde indica che Cloudflare è attivo.
A lato trovi le voci Analytics e Threat Control che ti mostrano le statistiche ed i tentativi di accesso da parte di utenti e ip sospetti. Davvero un ottimo pannello di controllo.
Per modificare le configurazioni di Cloudflare per il dominio selezionato, clicca sulla rotellina delle impostazioni (sulla destra, come in figura):
Con Cloudflare attivo, se, per esempio, devi modificare il codice CSS o Javascript, non vedrai subito le modifiche fatte, questo perchè il sito è in cache: devi impostare Cloudflare su Development mode, e al termine delle modifiche, riattivarlo cliccando su End development mode.
L'icona di stato del dominio passa, quindi, da verde ad arancione finchè non torna tutto attivo. Trascorse 3 ore, Cloudflare si riattiva automaticamente.
Sempre all'interno del menu a discesa, clicca su Cloudflare settings, per personalizzare la configurazione: qui ci sono numerose opzioni, suddivise in 3 tab (Settings overview, Securuty settings e Performance settings) da valutare attentamente prima di procedere con l'attivazione.
Ecco alcune delle funzionalità più importanti:
Per verificare effettivamente se ci sono miglioramenti a livello di performance e velocita del sito, ti consiglio di fare dei test con Google PageSpeed Insights ed il tool di Pingdom confrontando i risultati con e senza Cloudflare attivo.
Per Wordpress è disponibile il plugin Cloudflare che ti permette di attivare/disattivare la modilità Development direttamente dal pannello di controllo (senza dover accedere al sito Cloudflare).
Cloudflare si integra perfettamente anche con il plugin Wordpress W3 Total Cache, dalle impostazioni del plugin, infatti, trovi una sezione dedicata che ti permette di configurare entrambi senza andare in conflitto.
E tu conoscevi già Cloudflare? Come ti ci trovi?
Cloudflare: guida per ottimizzare le prestazioni e la sicurezza in un sito web - Webhouse.
Questo articolo è rivolto a te, professionista, che hai trovato questo post mentre cercavi su Google “costo sito web”. Forse un freelance o un’agenzia web ti ha presentato un preventivo.
Se non sei caduto dalla sedia e sei ancora vivo, ti prego di leggere con attenzione questo articolo che ha come obiettivo quello di illustrarti cosa c’è dietro la cifra che trovi scritta sul preventivo.
Iniziamo col dire che siamo entrambi dei professionisti. Come tale sai che il tempo, la struttura, il personale, le tecnologie e gli investimenti fatti per il tuo lavoro devono darti un ritorno economico. E in quanto professionista, non desideri che il tuo lavoro sia sminuito. Eppure è quello che accade a noi Web Designer tutti i giorni. Per farti un esempio, un consulente finanziario mi disse, a fronte del mio preventivo, che con 50 euro poteva fare la "stessa cosa” su un servizio che vende siti già fatti. La mia risposta è stata che in edicola a 3,50 € vendono giornali di economia e finanza. Detto questo, il post potrebbe concludersi qua.
In realtà, questo è solo un aneddoto introduttivo per illustrarti che affidandoti ad un professionista come lo sei anche tu, ci sono delle garanzie e una personalizzazione del lavoro tali che il risultato finale sarà degno della professione che svolgi e darà dignità e credibilità alla tua immagine.
Vorrei però, senza entrare troppo nel tecnico, illustrarti cosa c’è sotto il cofano, per motivarti ad accettare il fatto che oggi, rispetto a 20 anni fa, fare un sito web non vuol dire più creare una pagina di Word e salvarla come HTML. E’ complesso, è articolato e deve tenere conto di molti fattori, vediamo quali.
Internet ormai è talmente vasto e capillare che forse di siti come il tuo o il mio ce ne sono altri 100 e magari meglio posizionati e più belli. Perciò, mentre internet spesso risulta essere vantaggioso ed immediato (vedi lo scambio di informazioni in tempo reale) risulta anche un’arma a doppio taglio se non ci si sa presentare bene acquistando la fiducia degli utenti.
Come faccio quindi ad acquistare la fiducia dei miei clienti che per la prima volta mi trovano su internet? Innanzitutto facendoti trovare: una volta bastava indicizzare il sito con molte parole chiave. Oggi Google ha stravolto le regole. I suoi algoritmi sono sempre più “umani”, analizzano i tuoi contenuti, la qualità delle tue informazioni, la qualità tecnica e grafica del tuo sito e soprattutto il tuo collegamento con i social e servizi di terze parti. L’arte di mettere insieme questi elementi ed essere ben posizionati nei motori di ricerca si chiama SEO e credimi: è una professione a tutto tondo.
Un bravo SEO Specialist è in grado di scegliere con te la strategia adeguata per dare valore ai tuoi contenuti, facendoti acquistare la fiducia sul web che sbaraglierà la concorrenza. Inoltre, si sceglieranno e si implementeranno i social network più adatti alla tua attività.
Per una corretta strategia SEO e per individuare i punti di forza del tuo sito e come tu o i tuoi colleghi caricherete contenuti, gestirete le fotografie e per stabilire tutte quelle logiche sui contenuti da utilizzare, è necessaria un’analisi. Spesso farai delle video conferenze, riunioni a tu per tu. Queste ore di lavoro sono un investimento mai a perdere. Se l’analisi sarà fatta bene e con calma, tutto scorrerà più veloce e i vostri desiderata saranno chiari e più facili da soddisfare.
Se vai da un sarto a farti fare un abito su misura, di sicuro prima vorrai dare un’occhiata ad alcuni modelli. Noi web designer facciamo la stessa cosa. Generiamo dei modelli (o bozze) dopo aver raccolto informazioni suoi tuoi gusti, sulle tue necessità o dopo che ci hai fatto vedere altri siti web dai quali vuoi prendere spunto (vedi Analisi).
Nessun servizio online a 50 € ti da la possibilità di personalizzare al 100% la grafica del tuo sito. I modelli da loro offerti sono poche decine, forse a volte centinaia (non per 50 € però…) e sicuramente qualcun altro prima di te li avrà già scelti e utilizzati. Per realizzare le bozze, il vero web designer prima di tutto crea un wireframe, ovvero uno schizzo logico di come e dove verranno presentati i contenuti sulle pagine del sito. Si creano poi delle bozze grafiche, le quali vengono fatte con software professionali tipo Photoshop o Illustrator, spesso delegando ad un grafico professionista. Una volta scelta la tua veste grafica preferita, si passa alla stesura del codice.
Quello che tu hai visto presentato sotto forma di bozza è un’immagine in JPEG o PNG. Ora, questa immagine va tradotta in codice leggibile dai browser. Per fare ciò, spesso bisogna scrivere centinaia (e a me spesso è capitato anche migliaia) di righe di codice CSS, HTML e JavaScript. Attenzione: certi effetti grafici vanno scritti apposta per essere visibili anche su browser più datati (uno su tutti Internet Explorer 8).
Inoltre, è un dato di fatto che la maggioranza del traffico internet proviene da mobile (smartphone e tablet). Di conseguenza, un bravo web designer ti creerà il sito affinché esso sia navigabile da qualsiasi dispositivo mobile. Questo significa progettare il modo in cui gli elementi del sito si disporranno per una corretta visualizzazione e navigabilità a prova di touch. Questo implica la conoscenza di molte tecniche e ha stravolto negli ultimi anni l’approccio con il quale si progetta un sito web. D’altronde, se non si fa un sito mobile, oggi ha poco senso essere on line ed investire.
Un CMS è un gestore di contenuti che ti da la possibilità di essere autosufficiente nel caricare contenuti sul tuo sito. Non tutti i siti richiedono per forza un CMS e se lo richiedessero non per forza dovresti gestirlo tu in prima persona. Nella maggior parte dei casi, certe funzionalità che rendono dinamici i dati di un sito (blog, community, inserimento dati, pubblicazione dinamica di foto e video ecc) sono possibili solamente con un CMS (o creando ad hoc una Web Application). Va settato correttamente e questo implica conoscenze di scrittura dati su Data Base e un minimo di dimestichezza sui Web Server. Inoltre i tuoi dati che saranno caricati sul CMS dovranno essere al sicuro, perciò si dovrà fare attenzione alla privacy degli utenti che si registreranno al sito, al backup e restore del Data Base in caso di perdita dati e a sistemi di sicurezza per evitare attacchi al sito da parte di hacker o robot che tentano di accedere ai dati.
Dopo che tutto questo marchingegno è stato messo in moto, sicuramente nel corso dell’anno ci sarà bisogno di fare piccole correzioni, aggiunte, aggiornamenti di sistema e quant’altro. Non dovrai aprire ticket che con calma saranno visionati da qualcuno che ti darà una risposta semi-automatica. Con un freelance o un’agenzia web sarai libero di comunicare a tu per tu con i tecnici in tempi ragionevoli, senza creare un disservizio ai tuoi clienti.
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma il rischio è quello di scendere troppo nei dettagli tecnici. Il mio obiettivo è farti rendere conto che tutti questi pezzi che hai letto, messi insieme, formano il tuo sito internet di qualità e che darà valore alla tua immagine.
Ora riprendi in mano il preventivo. Ora, rifletti sul totale. Pensi davvero che con 50 € certi servizi ti possano dare tutte queste funzioni?
Tornando all’esempio di prima, non penso che con un giornale da 3,50 € io possa ricevere un’adeguata consulenza finanziaria professionale. E per un sito web?
A voi la conclusione.
A meno che tu o la tua azienda non stiate gestendo un sito web per divertimento, sicuramente l'obiettivo principale è quello di spingere il visitatore a compiere un'azione; che si tratti di iscriversi ad una newsletter, di scaricare un e-book, di condividere una risorsa, acquistare un prodotto/servizio o effettuare la donazione per un'associazione no-profit, tutte le tue decisioni sul web dovrebbero essere finalizzate a raggiungere uno scopo: aumentare le conversioni.
Qualsiasi visitatore che raggiunge una delle tue pagine rappresenta di fatto un prospect (il "primo stadio" di un lead, cioè un probabile cliente); tuttavia, la maggior parte dei prospect che visitano il tuo sito web non torneranno mai più, per cui è fondamentale cercare di spingere al massimo il tasso di conversione, facendo in modo di farsi sfuggire il minor numero di potenziali clienti.
Molti sono i fattori che possono spingere o meno un prospect all'azione di conversione: in questo articolo parleremo di uno di quelli più importanti (se no il più importante): il pulsante Call To Action.
Nessun prospect potrebbe compiere l'azione che vuoi tu e contribuire ad incrementare il tuo business online senza aver prima cliccato un pulsante Call To Action, per cui è fondamentale cercare di migliorare costantemente questo elemento.
E' inutile concentrare gran parte dei propri sforzi e risorse sulla produzione di nuovi contenuti e sulla promozione di quelli già esistenti, aumentando il traffico qualificato al proprio sito web, se le nostre Call To Action non convertono il giusto numero di prospect in leads.
Vediamo 5 ottime tecniche da mettere in pratica per aumentare il tasso di conversione delle tue Call To Action.
L'azione di conversione, come l'acquisto di un prodotto, è influenzata dalle emozioni, dallo stato d'animo del prospect.
Nella maggior parte dei casi, e non solo nel web, gli individui posti davanti ad una decisione provano più frustrazione ed hanno più difficoltà a passare all'azione. Se da un lato offrire molte soluzioni può attrarre un numero maggiore di visitatori, proponendone una soltanto e minimizzare le possibilità di scelta, può aumentare le conversioni in maniera considerevole.
È lo stesso concetto per il quale si parla di lavorare su una ristretta nicchia di mercato in una strategia di content marketing e di costruzione della propria audience: in genere si tende ad attirare un tipo di visitatori più specifico possibile rispetto all'azione di conversione che vogliamo che svolgano, proprio per avere la possibilità di incanalarli verso una singola scelta, quella più adatta a ciò che stanno cercando.
Fai in modo che il tuo pulsante si distingua dal resto del documento, elimina tutti gli elementi che possono essere motivo di distrazione e possano complicare la scelta (come banner, immagini a rotazione ecc..), ed inserisci un solo tipo di Call To Action per pagina, in modo da rendere la strada per la conversione più semplice e diretta (se per esempio in una pagina in cui "spingi" il download di un e-book hai inserito anche il form di iscrizione alla newsletter, potresti provare ad eliminare quest'ultimo in modo da rendere il visitatore meno confuso sull'azione da dover compiere).
Numerosi split test (o A/B test) hanno dimostrato che scrivere il testo della Call to Action in prima persona può aumentare le conversioni anche del 70%.
Il motivo?
Dirigendo l'attenzione sul prospect invece che su se stessi, darai sentire il visitatore al centro dell'attenzione ("sentire": esatto, si tratta sempre di emozioni!), mettendo in secondo piano la tua posizione, o quella della tua azienda.
Ricorda, il visitatore cerca delle soluzioni ai propri problemi, e fondamentalmente non gli importa di quanto sia forte quello che fai, di quanto tu sia bravo a farlo o se sei migliore di altri. Quando qualcuno cerca in rete, vuole delle soluzioni, vuole eliminare i propri dubbi o risolvere un problema reale.
Quindi utilizzando dei termini in prima persona avrai la possibilità di focalizzarti sul visitatore, comunicandogli la soluzione al problema che vuole risolvere.
Sono incredibili i risultati che è possibile raggiungere basandosi su questo semplice concetto.
Consideriamo il seguente scenario: hai creato dei contenuti di alta qualità e valore per il lettore, hai aumentato notevolmente il traffico qualificato del tuo sito web, hai distinto la tua Call To Action dal resto della pagina, semplificando le decisioni del visitatore; nonostante tutti questi sforzi il prospect non passa all'azione, ed il tasso di conversione è ancora molto basso.
Com'è possibile?
La realtà dei fatti è che la rete è piena di pulsanti Call To Action, di siti web e landing page che incentivano ad azioni di ogni genere, e che offrono le stesse cose che offri tu. Proprio per questo è buona norma aggiungere al pulsante un "supporto", ovvero un elemento che aumenti la fiducia del visitatore e lo convinca a cliccare.
Ecco cos'è possibile aggiungere ad una pagina web come supporto per la Call To Action:
Questi sono solo alcuni esempi di elementi che potresti inserire in corrispondenza del pulsante per incentivare all'azione.
Nella prima versione della landing page riguardante l'e-book che sto scrivendo ("HTML Mobile Accelerato", una guida per tutti i web designer che vorrebbero creare la propria applicazione mobile in HTML5, CSS3 e Javascript), inizialmente non avevo inserito alcun tipo di supporto per la Call To Action, ed il tasso di conversione per l'iscrizione alla newsletter era di circa il 20%:
Nella seconda versione della landing page ho provato ad inserire tre mobile app che sono state sviluppate in HTML5, CSS3 e Javascript, la prima delle quali è stata realizzata da me personalmente:
Aggiungere questo tipo di supporto alla Call To Action si è rivelata un'ottima idea, dal momento che il tasso di conversione è salito dal 20% al 75% !
Ovviamente anche l'aspetto grafico del pulsante gioca un ruolo fondamentale per aumentare il numero di conversioni e click di nuovi prospect.
Ecco alcuni accorgimenti che hanno dimostrato di aumentare le conversioni in numerosi casi di Split-Test:
E' ciò che viene chiamato "lead magnet", ovvero quell'elemento gratuito che attrae un prospect ad effettuare l'azione di conversione.
Si tratta di concedere un regalo gratuito “in cambio di” al fine di aumentare le conversioni, e rappresenta un'incredibile tattica persuasiva nei confronti del visitatore, che si basa nella della teoria della reciprocità.
Dare in cambio qualcosa di gratuito è un fattore che può aumentare notevolmente il tasso di conversione di qualsiasi Call To Action, oltre che il numero dei social share, contribuendo quindi anche ad aumentare il traffico.
Anche se può sembrare banale, essere gentili con qualcuno offrendo un piccolo segno di apprezzamento può portare ottimi benefici nella tua strategia di web marketing.
Aumentare le conversioni rappresenta il punto focale di qualsiasi strategia di web marketing, ed è uno step fondamentale che permette di incrementare il proprio business online. Non ha senso dirigere più traffico al proprio sito web se il numero di conversioni è basso o inesistente (a meno che l'obiettivo non sia quello di guadagnare con l'advertising basato sul numero di impressions).
Seguendo questi consigli potrai aumentare le conversioni da prospect a lead, e trasformarli direttamente in clienti. Esse sono frutto di un'importantissima strategia, l'azione di testing.
E' per questo che, come spesso avviene per le landing page, ti consiglio di testare continuamente ogni aspetto riguardante la tua Call To Action, come colori, testo, posizione, dimensioni ecc.. Solo effettuando dei test in modo continuativo nel tempo avrai la possibilità di eliminare le caratteristiche che riducono il tasso di conversione, e rendere più efficaci quelle che contribuiscono ad aumentarlo.
E tu? Hai qualche tecnica da suggerire? Scrivila nei commenti!
5 modi per Aumentare le Conversioni della tua Call To Action - Webhouse.
Realizzare una strategia di social media marketing non è così semplice come tutti (i clienti) pensano. Le caratteristiche dei vari social network si evolvono alla velocità della luce e tenere il passo, modificando quando necessario anche la strategia in base ai nuovi “servizi” disponibili, è un lavoro super impegnativo.
In quest’articolo vorrei porre alla tua attenzione dei brand che stanno tuttora lavorando bene sui social, in modo da darti delle fonti di ispirazioni vincenti per realizzare una strategia di social media marketing. Se vuoi sapere anche i passi necessari per creare un’ottima strategia di smm, ti suggerisco di leggere questo articolo. I brand di cui ti parlerò molto probabilmente hanno a disposizione ben altri budget, ma in genere una giusta strategia è scalabile e quindi potrete sicuramente trarne ispirazione ed applicarla anche a brand meno affermati e con meno disponibilità di budget.
Se inizi a seguire questo brand, scoprirai un’infinità di mini-video molto accattivanti che coinvolgono i clienti in modo inaspettato e funzionale. I profili social attivi sono ben visibili sul sito e soprattutto sono ben curati ed organizzati. Attraverso la sua campagna Wonderfilled , Oreo utilizza 30 secondi di clip video per mostrare cosa succede quando una diverse persone mettono le mani su un Oreo . Ad esempio c’è il video di una bambina che canta le gioie della condivisione di un biscotto Oreo con suo padre; ovviamente ci sono molti video ed ognuno di questi si rivolge a un pubblico diverso e ha un tema specifico, ma sono tutti ugualmente accattivanti e perfetti da condividere! Oltre a questi brevi video clip mirati, Oreo offre anche "Snack Hacks", sono una raccolta di video lunghi circa 10 secondi e forniscono allo spettatore, con modi inaspettati e veloci, come gustare un Oreo . I video sono molto semplici, brevi ed efficaci.
Red Bull ha venduto 5,2 miliardi di lattine di energy drink nel 2012, il che rende la bevanda energetica la più popolare del pianeta . Non c'è dubbio che i suoi social e la strategia costruita ha a che fare con questo risultato. Questo brand utilizza contenuti molto forti che interessano ad un target con un ben preciso “stile di vita”. Se c'è un brand che davvero conosce il suo target quello è senza dubbio Red Bull. Il sito web di è pieno con gli atleti alla ricerca di emozioni forti , rapper e automobilisti. Vediamo un paio delle principali strategie di marketing di questo brand:
Red Bull fa un lavoro incredibile sul suo prodotto, soprattutto cercando di alimentare la convinzione dei suoi consumatori che se bevono quel drink sono parte di qualcosa più grande. Proprio come Red Bull quindi ricorda di conoscere bene il tuo target e il modo in cui coinvolgerli.
Airbnb è nato solo cinque anni fa. Questo è sorprendente considerando il mercato di riferimento in cui è stato lanciato ed i risultati che ha in brevissimo tempo raggiunto. Che tu sia alla ricerca di un loft a Londra, di un grazioso e artistico bilocale a Monmarte a Parigi (luogo in cui sono stata proprio tramite airbnb e ti consiglio vivamente di andarci) o che tu sia alla ricerca di una romantica casa sull’albero per fare una proposta di matrimonio stile Tarzan and Jane, sul sito di Airbnb non puoi non andare! Questo brand ha dato un luogo dove soggiornare a più di 11 milioni di persone, questo perché si occupa di una certa nicchia del settore alloggi, ma anche grazie alla sua strategia sui social.
Attraverso i social network attivi (facebook, twitter, google+, youtube) ma soprattutto utilizzando Youtube, Airbnb offre ai viaggiatori i consigli di vari host, provenienti da tutto il mondo, che spiegano perché sono diventati degli host di Airbnb. Prova a vedere uno di questi video e a non pensare di voler partire per quella meta! I concetti di base ripresi in ogni testimonianza sono sempre gli stessi: fiducia, disponibilità, gentilezza, responsabilità. Perché? E’ molto facile la risposta: anche questo brand ha effettuato un ottimo studio del target e ha capito che la sua nicchia di mercato ha bisogno di determinati valori per “fidarsi di qualcun altro”. Anche io prima di partire tramite questo modo avevo dei dubbi: temevo di pagare molto e di trovarmi poi in un luogo in cui non conoscevo le dinamiche o la lingua e soprattutto mi preoccupavo per le condizioni in cui avrei trovato in realtà la casa dell’host. Loro tramite questi video hanno, se non distrutto, diminuito fortemente il timore di partire verso “un luogo sconosciuto” facendo vedere “cosa ti aspetta se parti”.
Ciò che è particolarmente impressionante della strategia di social media marketing di Airbnb è come incoraggia vivamente gli utenti a condividere le loro “storie airbnb”; così facendo ha creato una comunità autentica che genera un senso di amicizia, familiarità e solidarietà.
Da questo brand possiamo sicuramente imparare che il cliente soddisfatto è la migliore pubblicità esistente. Un cliente felice non solo è predisposto nei confronti di ciò che fai o gli proponi, ma lo suggerisce agli amici. Questa è una delle sfide più ardue in termini di risultati di una strategia sui social.
Vorrei anticiparti che, a differenza di questo articolo in cui ho analizzato 3 brand già affermati, nel prossimo mi piacerebbe raccontarti la storia di alcuni brand di cui mi occupo personalmente sul mio territorio, in modo da farti quasi toccare con mano la realtà dei fatti, del budget e dei risultati.
3 brand a cui ispirarsi per la Strategia di Social Media Marketing - Webhouse.
Dopo aver scritto del grassetto, potevo tralasciare il corsivo? No. E infatti eccomi qui a digitare le tante curiosità e gli usi di questo stile che, come un inchino, offre alle sue parole un’eleganza che cita, forma, alleggerisce e talvolta evidenzia.
Non sono stata abbastanza chiara? Lo so, tutto calcolato. Continua a leggere per scoprire tutto sul corsivo.
[tweet_dis]Un corsivo per evidenziare e differenziare.[/tweet_dis]
Ricorda (e deriva da) la scrittura a mano nella sua evoluzione dalla penna intinta nell’inchiostro all’attuale biro. Legato all’anima più tradizionale e naturale dello scrivere, il corsivo oggi si applica a testi e documenti su carta e on line per assolvere vari compiti, ma qual è la sua storia?
“Le forme alfabetiche che leggiamo solitamente nei testi derivano da tre scritture storiche: la capitale epigrafica dell’antica Roma, la minuscola umanistica e l’italico del Rinascimento. Sono queste le tre forme che furono riprese dai primi tipografi e che, migliorate nei dettagli, sono rimaste invariate nella struttura fino ai giorni nostri”, scrive Monica Dengo.
Davanti al nostro computer lo riconosciamo come Italic. Se lo osserviamo con più attenzione, però, le sue forme rivelano origini rinascimentali. Il corsivo, infatti, lo possiamo ammirare nei primi libri stampati in Italia. La legatura fa la differenza: il corsivo è definito minuscolo legato, grazie ai tratti che legano le lettere tra loro. L’italico viene spesso equiparato al corsivo, ma in realtà lo è solo quando è legato. Questo stile inclinato a destra può essere anche slegato, un insieme di lettere minuscole distinte.
Nel Quattrocento Niccolo Niccoli sviluppa l’umanistica corsiva. L’italico entra nella tipografia all’inizio del XVI secolo grazie all’editore veneziano Aldo Manuzio (da lui deriva il nome aldino, l’ennesimo dato allo stile), che lo commissiona al tipografo Francesco Griffo. L’ispirazione arriva dalla scrittura della cancelleria romana: per questo è detto anche romano. Nella civiltà romana la scrittura italica (minuscola corsiva) era utilizzata per produrre libri manoscritti.
Arriviamo al dunque. Il corsivo si utilizza per evidenziare una parola o una frase, per differenziare dalle altre una parte di un testo o per creare un gioco di contrasti. Come per tutti gli stili, anche per il corsivo vale la regola del buon senso e della coerenza. Ad esempio, se scelgo questo stile per sottolineare un termine, all’interno dello stesso testo per quella parola ripetuta non userò le virgolette o il grassetto. L’elenco qui di seguito riassume le regole principali del corsivo.
La citazione di un libro nella bibliografia prevede l’uso del corsivo nel titolo dell’opera.
Per quanto riguarda le voci di enciclopedie o dizionari (vale per carta e web), si scrivono in corsivo il termine e la fonte, ad esempio: “voce Minimalismo, in Enciclopedia dell’arte contemporanea”.
Nel citare articoli web, in corsivo va il titolo.
Anche le abbreviazioni come ibid e ivi non rinunciano allo stile inclinato.
Esistono termini che non hanno bisogno del corsivo. Eccone alcuni:
È preferibile utilizzare le virgolette caporali e non il corsivo nelle citazioni in lingua straniera.
Il corsivo mi ricorda Steve Jobs, che in uno dei suoi discorsi più famosi racconta ai neolaureati di Stanford il corso di calligrafia che ha frequentato al Reed College. Nacque da quelle ore, passate a scrivere e tratteggiare, la sua ricerca della bellezza e la ricchezza tipografica nei computer Apple.
E tu che ne dici? Se hai altre informazioni o pensieri sul corsivo, attendo un tuo commento! Puoi inserirlo qui sotto.